La Via del Cuore

La verità non è la semplice conoscenza

Come non si può spiegare la bellezza di un tramonto a un uomo cieco dalla nascita, così è impossibile trovare le parole capaci di esprimere lo stato della non-mente, il Vuoto. La Verità, l’Essenza di ciò che siamo, non la si può trovare leggendo la Bhagavad Gita, il Dhammapada o le scritture Veda. In realtà, potremmo studiare questi libri per tutta la vita senza diventare per nulla più saggi e senza uscire dall’illusione che tutto ciò che crediamo essere reale in verità è solo un sogno, perché cercare la chiara consapevolezza nelle parole e nelle idee è come sperare che la vista di un menù sfami una persona affamata. Però, nulla è più facile che confondere la Verità con la semplice conoscenza data dall’erudizione, e cadere ancora una volta nella trappola dell’ego. E chi non comprende la Verità, può facilmente scambiare per verità l’esperienza che un altro uomo gli dà di ciò che ha compreso. E tuttavia, essa non è la Verità, così come un cartello stradale non è la città di cui esso indica la direzione. Ananda Ma (Malika)

La grazia, uno stato di ordinaria straordinarietГ 

Quando la mente è silenziosa, ricettiva, intuitiva, è in grado di capire e di agire (non solo di reagire) velocemente e creativamente in modo ancora più naturale del cosiddetto “stato di spontaneità”. Non più gravata dalle accumulazioni karmiche, dai pensieri ripetitivi e ossessivi, vede con chiarezza e si sente libera, gioiosa. Ogni “presa di coscienza”, ogni “atto di consapevolezza” diventa allora una piccola forma di illuminazione: quello che chiamiamo “flash”, intuizione, insight, è un “veder dentro”, è un momento in cui la realtà si mostra e viene percepita così com’è e quell’attimo in cui ci viene da esclamare “Ah!” assomiglia al balenare di un lampo. Ogni percezione pura può portare ad una qualche forma di illuminazione. Ad esempio, in uno stato di meditazione una percezione sul tempo può farci cogliere come l’eternità sia qui e ora, in questo preciso istante; una percezione applicata sull’OM può farci cogliere la “voce interiore”; se applicata alla vista, può farci vedere lo splendore della fonte dell’essere; se applicata all’amore, può farci comprendere l’essenza di questa forza; se applicata al sesso, può farci sentire la sostanza dell’energia; se applicata al vuoto, può svelarci il fondamento del tutto; se applicata alla morte, può farci intuire il senso della vita, che la morte è amore; se applicata alla consapevolezza, può farci comprendere come il nostro spirito sia un aspetto della Coscienza Universale e così via … La meditazione, però, non è una forma di comprensione intellettuale; è un “veder dentro”, un conoscere che è allo stesso tempo un essere. Tutto va esplorato (dolore, gioia, amore, disperazione, desiderio, paura, odio, gelosia, angoscia, …), tutto va osservato dandosi ad esso totalmente. Tutto va posto nel raggio di questa particolare luce, la consapevolezza, che accoglie tutto, perchè non c’è nulla di non-degno o sbagliato o negativo. La meditazione diciamo che ti permette di “sapere”come stanno le cose e allo stesso tempo di vivere pienamente e stare a contatto con la sorgente che è gioia. La meditazione è uno stato naturale e non è la pratica; quest’ultima è solo il terreno di esplorazione che ti porta a questo stato naturale dell’essere, a questo stato di illuminazione, a questa consapevolezza. Non c’è bisogno di cercare particolari esperienze estatiche: la consapevolezza porta già ad uno stato di nirvana momentaneo, quello stato di calma e distacco che si raggiunge quando ci si disidentifica dalle emozioni grossolane che ci dominano continuamente. Se ad esempio sono arrabbiata, nell’attimo stesso occorre che ne divento cosciente, osservo il mio sentimento con distacco, ne guardo il crescere, prendo atto della sua origine, mi dò totalmente a questo sentimento e in breve lo vedo così sparire. Ciò che rimane è una mente libera, leggera, come un cielo terso. Ecco, questa è già un’esperienza di liberazione, uno “stato di grazia”. E questo “stato di grazia” non ha niente a che vedere con il significato dato dalla Chiesa a questa parola (un “favore” concesso da Dio all’essere umano), non è vedere angeli o dei, ma è uno stato di ordinaria straordinarietà. Ogni esperienza di questo tipo porta nello spirito (la nostra Consapevolezza Spaziosa), con il tempo e con la pratica, a contemplare il sorgere e lo svanire di tutti i fenomeni, “esterni” ed “interni”. Nello Yoga Tantrico Sciamanico diciamo “tutto appare e svanisce come luce di lampo”. Tutto è impermanente, tutto fluisce, tutto si trasforma; come diceva Eraclito “non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume”. Tutto è collegato, tutto è interconnesso, tutto è interdipendente. E anche il nostro ego è un aggregato temporaneo dovuto ad influenze passate ma che sono nel presente fintanto che non le si lasciano andare. Il passato non esiste, così come non esiste il futuro; fanno parte di un paradigma portato in essere dall’uomo che vuole rendere tutto prevedibile, governabile, manipolabile. E questo stato generale di condizionamento e dipendenza da un “passato” porta ad una profonda insoddisfazione e sofferenza. La mia esperienza personale mi porta a dire che solo nella meditazione scopriamo una via d’uscita che ci porta alla perfezione della Conoscenza e della Liberazione. Ananda Ma (Malika)

L’identificazione con la mente

L’identificazione con la propria mente rende compulsivo il pensiero e allontana dalla Pace interiore e dalla propria parte divina, dall’Essere. Non essere capaci di smettere di pensare è un’afflizione terribile, ma non ce ne rendiamo conto perché quasi tutti ne soffrono, per cui è considerato terribilmente normale. Questo rumore mentale incessante vi impedisce di trovare quel regno di quiete interiore che è inseparabile dall’Essere. Chi è obbligato a pensare, il che significa quasi tutti, vive in un stato di apparente separatezza, in un mondo follemente complesso di continui conflitti e problemi, un mondo che riflette la sempre crescente frammentazione della mente. L’illuminazione è uno stato di totalità, di essere in “unione” e pertanto in pace. In unione con la vita nel suo aspetto manifesto, il mondo, e con il proprio sé più profondo e la vita non manifesta: l’Essere. L’illuminazione è non soltanto la fine della sofferenza e del continuo conflitto interiore ed esteriore, ma anche la terribile schiavitù del pensiero incessante. Quale terribile liberazione. L’identificazione con la vostra mente crea uno schermo opaco di concetti, etichette, immagini, parole, giudizi e definizioni che blocca ogni vostro rapporto personale. Si intromette fra voi e il vostro Essere , fra voi e il prossimo, fra voi e Dio. E’ questo schermo di pensiero a creare l’illusione di separatezza, l’illusione che vi siano un “tu” e un “altro” totalmente separato. Allora dimenticate il fatto essenziale che, sotto il livello delle apparenze fisiche e delle forme separate, voi siete in unione con tutto ciò che esiste. Per “dimenticare” intendo che non percepite più questa unità come realtà evidente di per sé. Potete credere che sia vera, ma non sapete più che è vera. Credere può darvi conforto, ma soltanto attraverso la vostra esperienza diventa liberatorio. Pensare è diventato una malattia. La malattia si sviluppa quando le cose presentano uno squilibrio. Per esempio non vi è niente di male nel fatto che le cellule si dividano e si moltiplichino nel corpo, ma quando questo processo prosegue incurante dell’organismo nel suo insieme, le cellule proliferano e vi ammalate. Si noti: la mente è uno strumento eccezionale se utilizzata nel modo giusto. Usata però nel modo sbagliato diventa oltremodo distruttiva. Per essere più precisi, il problema non è tanto che voi utilizzate la mente nel modo sbagliato, quanto che non la usate affatto. Molte volte è la mente ad usare voi e non voi ad usare la mente. Questa è la malattia. Voi ritenete di essere la vostra mente. Lo strumento si è impadronito di voi. Tutte le cose davvero importanti: gioia, bellezza, amore, creatività pace interiore, nascono al di là della mente. Così cominciate a risvegliarvi! Eckart Tolle

Non esiste la tua mente. Esiste una sola unica mente.

L’essere umano agisce come se ci fosse la sua mente, la tua mente, la mia mente… Ma in verità, come dice Eraclito, “la mente è una”. La mente è una ed è condizionata dalla Matrix che vuole tenerci distanti dal nostro stesso potere, perché se risvegliamo la nostra forza inconscia usciamo dal gioco sociale. E siamo liberi! E allora cosa succede? Quando si risveglia in noi una forza primitiva, primordiale, quell’energia vitale creativa presente in noi (che è la stessa che crea tutto l’Universo, la stessa Coscienza) e si esprime ad esempio sotto forma di rabbia, la mente immediatamente applica a questa esperienza un giudizio dicendo che è negativa, che non va bene, che è male, in modo tale che noi non possiamo accoglierla e viverla. Ogni esperienza invece è perfetta esattamente così come è. Perciò, se riesci ad accogliere fino in fondo veramente la rabbia, o il dolore, o qualsiasi altra esperienza sia presente nel quieora, senza giudicarla, senza volerla cambiare, ma semplicemente accoglierla come una forza positiva, o meglio ancora semplicemente come un’energia, alla fine riesci a ringraziare anche la persona o la situazione che ti fa provare quell’esperienza che la tua mente giudica negativa. Perchè la tua rabbia, o dolore, o altro che sia, è collegata a quella persona o situazione. Ma quell’esperienza devi accoglierla fino in fondo, farla tua, darti ad essa, perchè è una benedizione… una Grande Benedizione! Ma occorre andare oltre quel giudizio, oltre il Logos, che è automatico. Il nostro sistema neurovegetativo è collegato con questo giudizio automatico e quindi non è facile scollegarsi da lì. Quindi non ci si deve scoraggiare se la prima volta non ci si riesce, se la seconda e la terza non ci si riesce, e neanche se non ci si riesce alla ventesima volta! Vai avanti, perché anche se non te ne accorgi, in realtà ci stai riuscendo a gradi di intensità crescenti. Poi, a distanza di tempo, di anni, quando ti guardi indietro te ne accorgi. Abbi Fede (in Te) e vai avanti, datti datti datti! Con tutto Te stesso! Perchè Tu possa liberarti dall’analisi, dal giudizio della mente, dal condizionamento della Matrix. Con Immenso Amore,Ananda Ma (Malika)

Loneliness e Loveliness (Solitudine e Grazia)

Nella lingua italiana solitudine vuol dire “la condizione, lo stato di chi è solo” e anche “la condizione di chi vive solo dal punto di vista materiale”. In questo senso la solitudine ha sempre una connotazione negativa. In senso lato, inoltre, questo termine assume tante altre sfaccettature, spesso sempre con connotazioni negative: chi è solo è un emarginato, un disadattato, un disagiato sociale. Nella nostra cultura la solitudine è sinonimo di tristezza. Soffrire di solitudine significa sentirsi soli, abbandonati, isolati. Chi soffre di solitudine spesso soffre di depressione. La solitudine invece è ben altro. E’ uno stato costruttivo. Nella solitudine si riflette, si effettua una profonda ricerca personale di se stessi, si cresce e si diventa intimi con se stessi. E’ il momento in cui ci si prende il tempo per se stessi, in cui si crea, in cui ci si può immergere nella natura. La solitudine è pace, ricchezza interiore. È un modo di godersi il silenzio. La solitudine rigenera, sia il corpo che la mente. Sei lì con te stesso e tutto ciò che c’è sprofonda in questa dolce solitudine… se ci dovesse essere un “sentirti solo”, un senso di isolamento, anche questo sprofonda nella solitudine e si dissolve in una calda quiete silenziosa. Nella lingua inglese, infatti, esistono due termini distinti; loneliness e solitude. C’è un’abissale differenza tra questi due termini. Per loneliness si intende appunto lo stato di isolamento che si intende anche in italiano con il termine solitudine. Con il termine solitude, invece, si intende lo stato di essere soli ma non sentirsi tali. È una scelta. Il termine solitude, quindi, annulla la connotazione negativa del termine loneliness. La solitudine è come una Dea che ti abbraccia, e ti senti accolto e scaldato da questa Dea. E’ uno stato meraviglioso dell’essere in cui sei collegato a te stesso, in cui ti senti scaldato da te stesso, in cui senti che non manca nulla, in cui una semplice azione come bere una tazza di the in silenzio ti dona sensazioni che danzano nella pancia, nel cuore, nella mente. C’è un confine molto sottile tra la solitudine (loneliness) e la grazia (loveliness). Sei da solo con il miracolo della vita stessa!

L’assoluto non e’ cosciente della sua esistenza

“Lo stato anteriore alla coscienza è permanente. L’apparizione e la scomparsa spontanee, sono una qualità della coscienza. Se ti addormenti con la consapevolezza che sei la coscienza, questo pensiero regnerà durante tutta la giornata seguente. Addormentati con la certezza che il tuo corpo è spazio. Tu soffri perché ti credi un corpo. Tieni a mente giorno dopo giorno che non sei il corpo, che sei la conoscenza, la coscienza. Dopo la morte il corpo si trasforma in spazio. Di conseguenza, perché non supporre che esso lo è già fin d’ora. Tu non sei il corpo. Tutto ciò che appare e poi sparisce non sono che proiezioni mentali. L’Assoluto non cessa mai d’essere. Quando si tratta della coesistenza dell’Assoluto e della maya, il tempo non interviene; al di là dell’illusione non c’è tempo. Quando sei nelle profondità dell’oceano, dove sono le onde? E’ solo quando esci dall’acqua che le onde appaiono. Quando non sei né felice né infelice e senza il sentimento “io sono”, il tuo stato è quello di Nirguna. Torna indietro, fino allo stato che precede il pensiero. Non fingere di amare gli altri come te stesso. A meno che non li abbia resi tutt’uno con te, non puoi amarli. Nel tuo vero stato, di che cosa avresti bisogno? Di niente. Tu sei colmo, intero, indifferenziato. Non ti può essere chiesto nulla. Non appena appare la coscienza, ecco che diventi un miserabile mendicante. Prima di svegliarti al mattino, proprio un momento prima, tu sei nell’Assoluto, nel Parabrahman. Ti svegli e la coscienza comincia il suo gioco, la sua danza; ma essa è lì soltanto grazie al corpo. Senza corpo, niente coscienza. Capisci bene questa coscienza, comprendila con una chiarezza assoluta. Quando ne avrai completamente assimilato il significato, quando vivrai in questa coscienza, allora potrai risvegliarti allo stato supremo. Questo stato, una volta raggiunto, non è cosciente di esistere. L’Assoluto non è mai cosciente della sua esistenza. Io mi riferisco continuamente a questo principio che non conosce se stesso, nel quale non c’è alcun “io sono”, il principio che è il più profondo voi stessi, che è l’unico vero voi stessi. Ritrova lo stato della prima infanzia. Immergi il tuo essere nel non essere. La tua vera natura è senza nascita. Tu sei quello che ignori, sei lo stato di non-conoscenza”. Nisargadatta Maharaj

Disegnando il logo

Oggi, in questo giorno della rinascita, vorrei raccontarvi com’ГЁ nato il logo. Ciao, sono colui che ha avuto l’onore di realizzare questo sito e quando ne ho ricevuto l’incarico ho avuto anche la richiesta di trovare un simbolo che rappresentasse al meglio Malika e il suo percorso, qualcosa che fosse significativo, unico per lei e per il suo operato nel portare la consapevolezza attraverso le pratiche sciamaniche, magiche e sacre. Dopo un paio di tentativi, l’idea che mi ГЁ arrivata ГЁ stata quella di raggruppare un insieme di simboli importanti che racchiudono un significato di sacralitГ  sempre presenti nelle pratiche sacre di Malika. Quindi da un’idea condivisa ho fatto una ricerca e ho scelto alcuni dei simboli piГ№ significativi che si usano nelle pratiche sciamaniche sacre. Ho poi abbinato i colori e i caratteri che trasmettono la stessa passione e quindi portato a vita il logo che rappresenterГ  La Via del Cuore e Malika. Dall’ispirazione delle pratiche di Malika a cui ho partecipato sono emersi alcuni simboli piГ№ rappresentativi tra cui l’ultimo simbolo che ne racchiude piГ№ significati. Pentacolo Uno dei simboli di magia per eccellenza, usati spesso nei rituali di Malika simboleggia i cinque elementi divini dell’universo.В  Fiore a 5 petali Г€ il simbolo dell’illuminazione e rigenerazione spirituale, usato nella rappresentazione dei chakra. I cinque petali ГЁ la connessione tra l’energia del pentacolo e quella dei chakra. Cerchio Il cerchio, nonostante sia il piГ№ semplice ГЁ uno dei simboli piГ№ presenti nelle varie culture ancestrali e piГ№ carichi di significati tra i quali totalitГ , unitГ , ciclicitГ , iniziazione, perfezione, centratura, infinito.  Simbolo OM Questo simbolo, unico, racchiude piГ№ significati legati alle pratiche sciamaniche di Malika tra cui l’OM, il simbolo del primo chakra e l’energia sessuale, il cuore, la donna sacerdotessa e la lettera iniziale di Malika. Dall’unione di questi simboli e significati ГЁ nato il logo, il simbolo che rappresenterГ  La Via del Cuore Grazie per la fiducia… Auguri di buona rinascita NamastГЁ Denis

Ho incontrato il mio sé

Incontro con il mio sГ©

“Questo è un altro giorno felice di un tempo felice, in cui non c’è assenza, non c’è mancanza, non c’è vuoto ne’ carenza. Non sono oggetti quelli che riempiono i bisogni, non è un’altra persona che colma i vuoti. Non ci sono domande e non ci sono risposte, solo un flusso costante che mi conduce. C’è la pienezza della Presenza, la densità dell’attimo che vivo. C’è un Significato che riempie ogni cosa, un’Essenza che gode perché è Qui. Celebro la Vita e l’Amore, che la crea e la sostiene, che la trasforma e la mantiene, che la riempie e la rinnova. Ho realizzato il sogno più grande: incontrare il mio Se’ da Amare”. Ananda Ma (Malika), 19 Gennaio 2018

Non c’è niente da trovare e nessuno che cerca.

Quando non ci aspettiamo più niente, siamo aperti, siamo disponibili, e tutto quel che incontriamo ha una profondità assoluta e non parla che di noi, non in quanto persona ma in quanto risonanza. Non siamo altro che risonanza. Quando cessiamo di avere intenzione, controllo sulle cose, ogni azione diventa sacra. Non c’è più alcuna attività profana. Uno scopo è sempre profano. Lo scopo è tensione, agitazione ed impedisce di aprirsi a ciò che è, impedisce di approfondire ciò che si fa. Se siamo liberi da ogni intenzione, comprendiamo che la vita è senza scopo. Che non si tratta di andare da nessuna parte. Non c’è niente da trovare. Niente da raggiungere. E non c’è nessuno che cerca o che anela ad arrivare da qualche parte. Ananda Ma (Malika), 1 marzo 2018

Nessuna Separazione

Sembrava una notte qualsiasi come tante altre di una vita fatta di illusioni. L’arroganza della mente che Pensa Certi fantasmi non esistono più. Poi basta un attimo Un attimo che non ha tempo E un altro velo cade Pura illusione che crolla In quell’attimo Eterno Quei fantasmi si dissolvono. Ora per Sempre. E in quell’attimo eterno Nello spazio senza tempo del Cuore realizzi che quel dolore Non è di due o di uno o dell’altro Ma Uno. Pura chiarezza che purifica Se stesso attraverso Se stesso. Ananda Ma (Malika), 22 novembre 2017