“Lo stato anteriore alla coscienza è permanente. L’apparizione e la scomparsa spontanee, sono una qualità della coscienza.
Se ti addormenti con la consapevolezza che sei la coscienza, questo pensiero regnerà durante tutta la giornata seguente. Addormentati con la certezza che il tuo corpo è spazio. Tu soffri perché ti credi un corpo. Tieni a mente giorno dopo giorno che non sei il corpo, che sei la conoscenza, la coscienza.
Dopo la morte il corpo si trasforma in spazio. Di conseguenza, perché non supporre che esso lo è già fin d’ora. Tu non sei il corpo. Tutto ciò che appare e poi sparisce non sono che proiezioni mentali. L’Assoluto non cessa mai d’essere. Quando si tratta della coesistenza dell’Assoluto e della maya, il tempo non interviene; al di là dell’illusione non c’è tempo.
Quando sei nelle profondità dell’oceano, dove sono le onde? E’ solo quando esci dall’acqua che le onde appaiono.
Quando non sei né felice né infelice e senza il sentimento “io sono”, il tuo stato è quello di Nirguna. Torna indietro, fino allo stato che precede il pensiero. Non fingere di amare gli altri come te stesso. A meno che non li abbia resi tutt’uno con te, non puoi amarli. Nel tuo vero stato, di che cosa avresti bisogno? Di niente. Tu sei colmo, intero, indifferenziato. Non ti può essere chiesto nulla. Non appena appare la coscienza, ecco che diventi un miserabile mendicante.
Prima di svegliarti al mattino, proprio un momento prima, tu sei nell’Assoluto, nel Parabrahman. Ti svegli e la coscienza comincia il suo gioco, la sua danza; ma essa è lì soltanto grazie al corpo. Senza corpo, niente coscienza.
Capisci bene questa coscienza, comprendila con una chiarezza assoluta. Quando ne avrai completamente assimilato il significato, quando vivrai in questa coscienza, allora potrai risvegliarti allo stato supremo.
Questo stato, una volta raggiunto, non è cosciente di esistere. L’Assoluto non è mai cosciente della sua esistenza.
Io mi riferisco continuamente a questo principio che non conosce se stesso, nel quale non c’è alcun “io sono”, il principio che è il più profondo voi stessi, che è l’unico vero voi stessi. Ritrova lo stato della prima infanzia. Immergi il tuo essere nel non essere. La tua vera natura è senza nascita. Tu sei quello che ignori, sei lo stato di non-conoscenza”.