Come non si può spiegare la bellezza di un tramonto a un uomo cieco dalla nascita, così è impossibile trovare le parole capaci di esprimere lo stato della non-mente, il Vuoto.
La Verità, l’Essenza di ciò che siamo, non la si può trovare leggendo la Bhagavad Gita, il Dhammapada o le scritture Veda.
In realtà, potremmo studiare questi libri per tutta la vita senza diventare per nulla più saggi e senza uscire dall’illusione che tutto ciò che crediamo essere reale in verità è solo un sogno, perché cercare la chiara consapevolezza nelle parole e nelle idee è come sperare che la vista di un menù sfami una persona affamata.
Però, nulla è più facile che confondere la Verità con la semplice conoscenza data dall’erudizione, e cadere ancora una volta nella trappola dell’ego.
E chi non comprende la Verità, può facilmente scambiare per verità l’esperienza che un altro uomo gli dà di ciò che ha compreso.
E tuttavia, essa non è la Verità, così come un cartello stradale non è la città di cui esso indica la direzione.