L’essere umano sul piano fisico vive nella dualità. La mente è duale. Il nostro modo di vedere la “realtà” intorno a noi è duale fino a che non ci risvegliamo a noi stessi.
Quando si crede che tutto accada per una causa o per caso, una cosa appare nel bene o nel male, vera o falsa, giusta o sbagliata, sacra o profana, materiale o spirituale…
Fino al giorno in cui sopriamo che la cosidetta “realtà” fuori da noi è lo specchio del dentro di noi e che visibile e invisibile, prevedibilità e miracolo, complesso e semplice, monismo e dualismo, materiale e spirituale convivono, si fondono e trasformano reciprocamente l’uno nell’altro.
La “o” viene sostituita dall’ “e”. Ogni cosa porta in sé il suo contrario e tutto può essere osservato da molte prospettive anche completamente diverse fra loro e tutte valide.
La vita ci offre un gioco di specchi ininterrotto e qualunque cosa osserviamo nel mondo, fuori di noi, piacevole o sgradevole che sia, è il riflesso di una cosa analoga che palpita dentro di noi, solo che a volte è talmente nascosta nei meandri delle abitudini, del “normale” e famigliare da non essere riconosciuta.
Qualunque sia la miscela di pensieri, emozioni, convinzioni, immagini, azioni che compongono il nostro stato interiore, esso funziona da attratore di accadimenti che gli assomigliano, d’incontri e scontri, malattie e guarigioni. Il nostro mondo di dentro si riflette in quello di fuori e i due interagiscono e si trasformano reciprocamente.
Tutta la materia, nell’essenza, è fatta di luce, di energia e la diversità fra le forme di pensiero, di un raggio di sole, di un pesce, di una nuvola o di un bambino è creata dalla polarità e dalla frequenza con la quale vibra la medesima energia.
La rete di sincronicità e di eventi che lega ogni aspetto della vita, umana e divina, artificiale e naturale, tutto è parte di un sistema meraviglioso, complesso e interconnesso, ordinario e straordinario allo stesso tempo.
A cambiare radicalmente la vita non sono tanto le scelte che facciamo, quanto il senso di meraviglioso che ad un certo punto ci accompagna, indipendentemente che fuori ci sia la pioggia o il sole.
Il senso di realtà, anziché diminuire, aumenta, e si liberano con una rapidità sconcertante potenziali creativi, affettivi e spirituali fino a quel momento inespressi. Aumenta il grado di liberta’ e autonomia dai condizionamenti famigliari e sociali e si amplia lo spettro del possibile.
Vizi e virtu’, non solo personali ma anche famigliari e sociali che contribuiamo a creare, per lo stesso principio creativo, possiamo contribuire a modificarli e rinnovarli.
Possiamo cominciare educando in noi stessi una buona autostima, modificando parti della nostra personalità, provando e riprovando a realizzare i nostri desideri, esprimendo i nostri talenti, imparando a farci attraversare dalle emozioni e dai pensieri senza trattenerli. Con tenacia chiediamo aiuto, con umiltà l’accogliamo. Tutto questo ci porta ad amare ed essere amati, ad esprimere il nostro potere e volontà creativa e a percepire il SACRO.
Fra gli strumenti più efficaci che possiamo avere per nutrire, curare e sviluppare la nostra felicità c’è lo sviluppo delle sette virtù applicate a tutti i sottosistemi della nostra identità personale (cognitivi, emozionali, fisici, socio-culturali, planetari e cosmici).
La capacità di vivere e creare rispettando gli ordini del PROGETTO DIVINO si chiama virtù, che garantisce la GRAZIA e l’AMORE. L’incapacità si chiama sbaglio o peccato e se reiterato diventa il vizio che porta alla caduta, al disordine, alla dipendenza, all’inimicizia, alla disgrazia.